
Antiche e semplici pratiche per estrarre le essenze più profonde delle piante sono in uso presso le comunità montane che tramandano i segreti di un’erboristeria casalinga e popolare che veniva applicata nelle famiglie quotidianamente. L’Arnica montana è un’erba appartenente alla famiglia delle Asteraceae. I suoi fiori, di un vivo colore giallo-arancio, sbocciano tra luglio e agosto e, oltre ad essere deliziosamente decorativi, possono essere utilizzati per ottenere prodotti ad uso medicinale. Ma i fiori non sono le uniche parti che possono essere utilizzate con questo scopo: anche l’estratto di radici o il rizoma possono essere impiegati in preparati omeopatici/omotossicologici, di diverse forme farmaceutiche.
In questo caso per estrarre un liquido che potrebbe definirsi quasi un’ “acqua essenziale”, si mette un certo quantitativo di fiori appena raccolti in un contenitore di vetro al sole diretto per almeno un mese. Il forte calore, la condensa, l’umidità contenuta nel vegetale stesso permetteranno di ottenere un liquido da prelevare periodicamente e da utilizzare prontamente o da impiegare per preparare unguenti, creme,… .